curiosità stroriche padovane  1°

VIAGGI DEL SECOLO SCORSO

La prima ferrovia da Padova a Mestre venne inaugurata nel dicembre 1842 e quella fino a Verona nel 1847 e solo nel 1850 da Mestre a Treviso. Prima le merci ed i passeggeri viaggiavano o col mezzo dei canali o con carri e carrozze lungo le strade che si chiamavano comunali, provinciali e nazionali, e queste ultime erano quelle che univano fra di loro i capoluoghi di provincia ed in generale erano ben tenute con ghiaia e fosse.

Da Padova partivano molte diligenze e corriere governative e carrozze private dei signori; i commercianti ed i privati si servivano dei vetturali detti «nolesini» che avevano il loro recapito nella Piazza detta appunto dei Noli, ora Garibaldi, e nel frequentatissimo cafre della Posta si combinavano i noli col mezzo dei mediatori e con lunghi e noiosi contrattamenti.

A quel tempo di musoneria, sotto il pesante governo austriaco, pochi padovani viaggiavano, e Ie gite pin usuali si facevano nei vicini paesi e città. Qualche ricco andava fino a Milano e destava gran meraviglia e lunghe chiacchiere quando qualcuno andava a Firenze o a Roma. Quasi nessuno, o qualche raro negoziante, si spingeva fino a Torino o in Francia. In Germania od in Austria non andava nessuno, solo qualche raro individuo andava a Vienna per interessi di governo.

L'autorità austriaca rendeva difficili i viaggi per timore di comunicazioni liberali fra italiani, e per viaggi anche in città vicine, fino al 1842, oltre al passaporto occorreva ogni volta uno speciale permesso della sospettosa ed ignorante polizia. L'ufficio postale, che era pure nell'attuale Piazza Garibaldi era frequentato da spie che sorvegliavano chi arrivava e spiavano le notizie che portava.

La corrispondenza da Padova a Venezia veniva fatta con una barca che si chiamava omnibus, la quale partiva dal Ponte del Portelletto vicino alla Piazza Cavour ogni sera a mezzanotte, ed arrivava a Venezia alle 8 del mattino, e questo era il più delizioso viaggio che si potesse fare a quei tempi, sonnecchiando, chiacchierando, dicendo male del prossimo, o giocando alle carte sotto un denso fumo di sigari e pipe.

 

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Ignazio Sommer (Merzio)